Progetto Blue Book: l’indagine sugli UFO che ha segnato la storia

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Tra il 1952 e il 1969, l’Aeronautica Militare degli Stati Uniti (USAF) ha condotto una delle più estese indagini ufficiali sugli UFO mai realizzate: il Progetto Blue Book. Questa iniziativa, nata in un periodo di crescente interesse e preoccupazione per i fenomeni aerei non identificati, ha raccolto e analizzato oltre 12.000 segnalazioni di avvistamenti. Sebbene la maggior parte dei casi sia stata spiegata come fenomeni naturali o errori di identificazione, centinaia di avvistamenti sono rimasti senza una spiegazione. Ma cosa ha portato alla chiusura del progetto, e quali segreti potrebbe ancora nascondere?

Origini e obiettivi del progetto

Il Progetto Blue Book è stato l’ultimo di una serie di programmi avviati dall’USAF per studiare gli UFO, preceduto dal Progetto Sign (1947) e dal Progetto Grudge (1949). Durante gli anni ’50, il numero di segnalazioni UFO crebbe in modo esponenziale, spingendo il governo a creare una struttura organizzata per analizzare questi avvistamenti. Gli obiettivi del Progetto Blue Book erano principalmente due: determinare se gli UFO rappresentassero una minaccia per la sicurezza nazionale e analizzare scientificamente i fenomeni per identificare cause naturali o tecnologiche. Il progetto fu avviato nel 1952 presso la base aerea di Wright-Patterson, in Ohio, e supervisionato da figure come il capitano Edward J. Ruppelt, che coniò il termine “UFO”.

Le indagini e le scoperte

Nel corso dei suoi 17 anni di attività, il Progetto Blue Book raccolse 12.618 segnalazioni di UFO. Di queste, circa il 94% fu attribuito a fenomeni spiegabili come avvistamenti di pianeti (spesso Venere) o meteore, palloni meteorologici e aeromobili convenzionali o test militari segreti. Tuttavia, 701 casi rimasero ufficialmente “non identificati”, anche dopo analisi approfondite. Alcuni di questi furono segnalati da piloti, personale militare o gruppi di testimoni credibili, rendendoli difficili da liquidare come semplici errori di percezione. Uno degli studi più significativi all’interno del progetto fu il Rapporto Speciale n. 14, redatto con il supporto del Battelle Memorial Institute. Pubblicato nel 1955, il rapporto analizzava statisticamente migliaia di casi, concludendo che gli avvistamenti inspiegabili tendevano a coinvolgere oggetti di forma e comportamento coerenti, suggerendo l’eventualità di un’intelligenza dietro il fenomeno.

La chiusura del progetto

Nel 1969, il Progetto Blue Book fu chiuso, principalmente a seguito del Rapporto Condon, un’indagine dell’Università del Colorado finanziata dall’USAF. Il rapporto concludeva che lo studio degli UFO non aveva prodotto scoperte scientifiche significative e che ulteriori ricerche non erano giustificate. Con la chiusura del progetto, tutti i documenti raccolti furono archiviati. Tuttavia, molti appassionati e ricercatori hanno accusato il governo di insabbiare informazioni sensibili, alimentando teorie del complotto che persistono ancora oggi.

L’eredità del Progetto Blue Book

Nonostante la chiusura, l’eredità del Progetto Blue Book continua a influenzare il dibattito sugli UFO. I documenti raccolti sono stati declassificati e resi pubblici nel 2015, permettendo a studiosi e curiosi di analizzare i casi. Tra questi, alcuni avvistamenti emblematici come il caso Lakenheath-Bentwaters (1956) e l’incidente di Socorro (1964) continuano a essere oggetto di discussione. Il progetto ha anche ispirato una vasta produzione culturale, tra cui libri, documentari e la serie televisiva Project Blue Book del 2019, che esplora i casi più famosi e le tensioni tra scienza e politica nell’analisi del fenomeno UFO.

Il Progetto Blue Book rappresenta un capitolo cruciale nella storia dell’ufologia e della ricerca governativa sui fenomeni inspiegabili. Sebbene molte domande rimangano senza risposta, le indagini condotte durante il progetto hanno contribuito a legittimare lo studio scientifico degli UFO, aprendo la strada a discussioni più ampie sulla possibilità di vita extraterrestre e sui limiti della nostra comprensione del cielo. Oggi, con il crescente interesse per i fenomeni UAP (Unidentified Aerial Phenomena) e il rilascio di nuovi rapporti governativi, il Progetto Blue Book continua a essere un simbolo del tentativo umano di esplorare l’ignoto.